Il rapporto di indebitamento: Debt to Equity Ratio – D/E
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IL RAPPORTO D/E

Il Debt Equity Ratio, in italiano rapporto di indebitamento (D/E), è una misura usata dagli investitori come terzi o banche che evidenzia la struttura finanziaria di un’impresa e quindi con quali fonti finanziarie quest’ultima ha finanziato i propri impieghi siano essi a lungo termine (fixed assets) che breve (working capital).

In particolare, il rapporto di indebitamento evidenzia il peso del debito finanziario rispetto alle risorse durevoli dell’impresa: ossia il capitale, le riserve e gli utili non distribuiti. Maggiore è il peso dei debiti finanziari rispetto al patrimonio netto dell’azienda, maggiore è il rischio della struttura finanziaria. Per tale motivo il rapporto di leverage è un indicatore di primaria importanza per i prestatori di capitale nella valutazione di finanziabilità di un progetto.

Un rapporto di leverage maggiore di 4, ad esempio dovuto ad un indebitamento bancario di 410.000 euro rispetto ad un patrimonio netto di 100.000 euro, denota una struttura finanziaria molto rischiosa poiché il peso del debito, eccessivo rispetto alle fonti proprie di finanziamento, potrebbe creare forti squilibri nel caso di rallentamento del business e del manifestarsi di eventi non prevedibili. In tali casi l’azione corretta per garantire la continuità aziendale è la riduzione dell’indebitamento o il versamento da parte della proprietà di ulteriori risorse finanziarie che riequilibrino i rapporti.

Un rapporto di indebitamento compreso tra 2 e 4 invece rappresenta sicuramente un elemento cui prestare attenzione, ma ancora da considerarsi in una soglia di tolleranza. La sicurezza della struttura finanziaria si ottiene invece con un rapporto di indebitamento inferiore a 2: quando i soci ed i terzi finanziatori rischiano nel business aziendale in proporzioni ragionevoli che permettono di gestire gli imprevisti esogeni (ad esempio un rialzo delle materie prime che assottiglia i margini economici) ed endogeni (ad esempio una politica di nuovi investimenti che potrebbe necessitare di tempo per trovare la redditività).

Dal punto di vista dei target, si possono riconoscere dei valori standard che misurano il livello di rischiosità per un’azienda ovvero:

  •  D/E < 2 l’azienda si trova in una situazione positiva;
  •  2 < D/E < 4 situazione da tenere sotto controllo;
  •  D/E > 4 situazione rischiosa.

È chiaro che maggiore è il valore dell’indice, tanto più elevata è l’esposizione nei confronti dei terzi; mentre l’equilibrio si raggiunge quanto più il rapporto tende all’unità, anche se la soglia di equilibrio varia in ogni caso sulla base delle caratteristiche del settore di riferimento.

In tema di analisi della bancabilità di un’impresa, il rapporto di indebitamento, è uno dei principali indicatori finanziari utilizzati dalle banche al fine di verificare il cosiddetto “effetto leva finanziaria (leverage)”, un effetto moltiplicatore sulla redditività operativa.

Difatti se il rendimento degli investimenti (ROI) è maggiore dei tassi di interesse pagati per ottenere finanziamenti, risulterà conveniente pianificare un funding maggiormente spostato verso il debito; viceversa, un rendimento degli investimenti inferiori al costo dell’indebitamento, comporterà la prudenziale scelta di non indebitarsi per fonti esterne.

Inoltre, le Banche adottano questo indicatore, a sostegno della valutazione della solidità aziendale rispettando i parametri richiesti da alcuni accordi internazionali vigenti nel sistema bancario come Basilea 2 e Basilea 3, che condizionano i sistemi interni di Internal Rating-System (IRS-Based).

Difatti sulla base dei risultati del D/E, si attribuisce un grado di rischiosità ai clienti, praticando pertanto un tasso di interesse adeguato caso per caso; risulta evidente che una struttura finanziaria poco equilibrata caratterizzata da un D/E Ratio molto elevato e, a sua volta, da un ROI basso, renderà minima la possibilità per qualunque società di essere facilmente finanziata dalle banche o fondi.

Non esiste un livello di indebitamento ottimale e uguale per ogni impresa, al fine di poter determinare se tale livello possa o meno creare allarme sulla salute finanziaria dell’azienda.  Resta inteso, che per alcune realtà, come società costruttrici o start-up innovative, che necessitano di maggior risorse per sostenere il loro business, il livello ottimale di leverage si alza rispetto agli standard infra descritti.

CONCLUSIONI

Il rapporto D/E per quanto sia un indicatore primario utilizzato da terzi finanziatori come le banche, per valutare il grado di solvibilità aziendale, va sicuramente contestualizzato nei differenti scenari societari, oltre al fatto che può diventare ancora più utile se posto a confronto con l’indice che esprime la redditività degli investimenti (ROI), per sfruttare al meglio la leva finanziaria. 

Nonostante ciò, è comunque necessario che ogni società in cerca di finanziamenti, monitori costantemente tal indicatore al fine di gestire al meglio qualunque richiesta di debito per lo sviluppo delle proprie strategie aziendali.

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