LA DEFINIZIONE DEL KNOW-HOW
Il know-how to do it (“saper come fare”) è un concetto caratterizzato da complesse problematiche applicative e interpretative, anche in fase di stesura contrattuale e tutela (morale e patrimoniale) dei diritti, ad esempio nell’ambito del trasferimento di tecnologia o della concorrenza sleale.
LA TUTELA DEL KNOW-HOW
Costituiscono oggetto di tutela le informazioni aziendali e le esperienze tecnico-industriali, comprese quelle commerciali, soggette al legittimo controllo del detentore, ove tali informazioni:
- siano segrete, nel senso che non siano nel loro insieme o nella precisa configurazione e combinazione dei loro elementi generalmente note o facilmente accessibili agli esperti ed agli operatori del settore;
- abbiano valore economico proprio in quanto segrete;
- siano sottoposte, da parte delle persone al cui legittimo controllo sono soggette, a misure da ritenersi ragionevolmente adeguate a mantenerle segrete.
CARATTERISTICHE DEL KNOW-HOW
In base al Regolamento (CE) n. 2790/1999 «per know-how si intende un patrimonio di conoscenze pratiche non brevettate, derivanti da esperienze e da prove eseguite dal fornitore, patrimonio che è segreto, sostanziale ed individuato››.
Gli elementi che caratterizzano il know-how sono:
- la possibile transazione autonoma delle conoscenze;
- la possibilità (per il know-how commerciale) di essere oggetto di valutazione patrimoniale;
- l’idoneità delle conoscenze tecniche ad avere tutela giuridica (potenziale possibilità di ottenere una tutela brevettuale).
CONSIDERAZIONI SUL KNOW-HOW
Il know-how, che può essere considerato un bene economico e che rappresenta un patrimonio relazionale e di conoscenze, può includere attività tangibili e sostanziali come formule, istruzioni e specifiche, procedure codificate e archetipi, accorgimenti tecnici, layout produttivi con impiego di tecnologia, design, stampi o modelli o attività intangibili come strategie di marketing e di comunicazione, tecniche di test di qualità, competenze produttive e organizzative.
RIFERIBILITÀ DEL KNOW-HOW
Il know-how si riferisce sia a produzioni in serie, in cui le strategie organizzative e produttive sono serialmente codificate e standardizzate, sia a produzioni per commessa, che rappresentano “vestiti su misura” in cui la componente artigianale e la creatività risultano esaltate. Trattasi in ogni caso di expertise e di conoscenze interne confidenziali legate ad una creatività riproducibile di informazioni tecniche e/o commerciali proprietarie, con una vita utile indefinita e potenzialmente infinita, che differenzia il know-how e i segreti industriali dalle invenzioni brevettate.
LA VALUTAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA DEL KNOW-HOW
La stima del valore di mercato del know-how deve essere tipicamente inserita in un contesto valutativo che consideri non solo l’azienda o il ramo complessivamente oggetto di valutazione, ma anche, in particolare, le sue risorse immateriali, a cominciare da quelle ontologicamente più contigue al know-how (vale a dire gli eventuali brevetti e, in maniera marginale, l’avviamento).
METODOLOGIA DEL KNOW-HOW
Nel corso dell’attività di valutazione si valuterà la metodologia più adeguata al caso specifico:
- i metodi empirici si fondano sull’osservazione pratica dei prezzi di mercato dei beni immateriali sufficientemente simili e, in quanto tali, comparabili;
- i metodi analitici hanno invece un fondamento scientifico più solido e una maggiore tradizione anche in sede professionale e si fondano anzitutto su un approccio reddituale-finanziario, per stimare quanto vale oggi un asset sulla base dei rendimenti futuri attesi ovvero una stima dei costi sostenuti o di riproduzione/rimpiazzo.
CONCLUSIONI
Dunque, il know-how crea valore se non è convenzionale, ovvero frutto di una razionalità creativa ingegnerizzata che consente una masterizzazione della complessità.
Nella valutazione, rilevano considerazioni di tipo settoriale e/o merceologico, che rendono in taluni ambiti più agevole l’identificazione del know-how.
La valenza strategica del know-how va apprezzata anche in termini di unicità, specificità, non permeabilità ed esclusività, che sono alla base di killer applications che spiazzano il mercato, cui va associata una flessibile versatilità, anche in termini di applicazioni a più settori, con adattamenti personalizzati.