Emissione di bond senza vincoli per le Srl e le Spa     
Date

Indice

Tra gli interventi proposti dal Ddl Liquidità, approvato il mese scorso dal Consiglio dei ministri, rivestono un particolare interesse quelli volti a favorire l’emissione delle obbligazioni da parte delle Spa e, al contempo, la circolazione dei titoli di debito emessi dalle Srl

Il Decreto, infatti, punta a rimuovere alcune limitazioni che legano attualmente l’emissione di bond all’ammontare del capitale e delle riserve delle Spa, e ad escludere le garanzie di solvibilità richieste agli investitori professionali interposti. Tutto ciò con l’obiettivo di rendere più accessibile il mercato dei capitali alle PMI e stimolare sul piano finanziario la loro crescita e competitività. 

Insieme alle altre misure contenute nel decreto e volte a incentivare la quotazione in Borsa e la diffusione dell’azionariato, gli interventi sui titoli di debito possono portare a cambi di strategia finanziaria rilevanti per le aziende di una certa dimensione e che abbiano il dinamismo e la progettualità per programmare investimenti mediante il ricorso a capitale di terzi.

ATTUALE QUADRO NORMATIVO

Per capire meglio la portata delle novità legislative, può essere utile una breve panoramica sull’attuale quadro normativo in tema di emissione di obbligazioni e titoli di debito. 

Con il Dl 83/2012 (“decreto crescita” convertito in legge 134/2012) il legislatore aveva esteso la possibilità di emettere obbligazioni alle Spa non quotate oltre i limiti posti dall’art. 2412, comma 1 del Codice civile. In base a tale norma la Spa può emettere, a certe condizioni, obbligazioni per un importo “complessivamente non eccedente il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio approvato”. 

Prima del decreto crescita la disapplicazione di tale limite era riservata alle società con azioni quotate e che emettessero titoli destinati a loro volta ad essere quotati in mercati regolamentati. Con la riforma del 2012 e, in particolare, con l’intervento sul comma 5 dell’art. 2412 c.c., il riferimento alle società quotate è venuto meno, permettendo anche dalle Spa non presenti in Borsa di superare il limite in caso di emissione di obbligazioni destinate alla negoziazione su un mercato regolamentato, qual è per Piazza Affari il Mot, ovvero nei sistemi multilaterali di negoziazioni

DEROGHE PREVISTE DA DDL LIQUIDITA’

Rispetto a quanto visto sopra, il Ddl Liquidità introduce un’ulteriore e importante deroga, prevedendo che la Spa potrà emettere obbligazioni per una somma complessivamente eccedente il doppio del patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio allorché la sottoscrizione e la successiva circolazione sia riservata esclusivamente alla categoria degli investitori professionali.

Allo stesso tempo, non vi sarà più l’obbligo di interposizione da parte di un investitore professionale sottoposto a vigilanza prudenziale, al fine di garantire la solvibilità

Decade, quindi, l’obbligo di quotazione dei titoli. Le limitazioni previste dai primi due commi dell’art. 2412 c.c. saranno superabili prevedendo espressamente, tra le condizioni di emissione, che tali titoli siano destinati all’acquisto solo da parte di investitori professionali ovvero, come già prescritto, allo scambio su mercati regolamentati o in sistemi multilaterali o, ancora, che diano il diritto ad acquisire o sottoscrivere azioni.

Tale ulteriore deroga, prevista per le obbligazioni convertibili, ha la funzione di rendere più appetibile il finanziamento della società, mediante l’incentivo al creditore, di partecipazione al capitale di rischio

EMISSIONE DI TITOLI DI DEBITO DA PARTE DELLE SRL

Per quanto riguarda l’emissione di titoli di debito da parte delle Srl, è prevista una modifica al testo dell’art. 2483 del Codice civile

Tale norma prevede, al secondo comma, che detti titoli “possono essere sottoscritti soltanto da investitori professionali soggetti a vigilanza prudenziale a norma delle leggi speciali.

In caso di successiva circolazione dei titoli di debito, chi li trasferisce risponde della solvenza della società nei confronti degli acquirenti che non siano investitori professionali ovvero soci della società medesima”. 

Con l’introduzione di un nuovo comma, il 2-bis, nel testo della medesima norma, viene meno l’obbligo di interposizione, con finalità di garanzia della solvibilità, per “i titoli destinati ad essere acquistati esclusivamente da investitori professionali ai sensi delle leggi speciali qualora tale previsione risulti tra le condizioni dell’emissione di cui al comma successivo, senza facoltà di modifica”. 

È chiaro che l’intento delle novità introdotte tanto all’art. 2412 che 2483 del Codice civile mirano, tra l’altro, anche a ridurre i costi di transazione per le Spa e Srl, dal momento che la garanzia prestata dall’investitore professionale è a titolo oneroso e contribuisce ad innalzare i costi di finanziamento di un’impresa. 

CONCLUSIONI

Le deroghe a determinati limiti dimensionali possono potenzialmente liberare per le PMI italiane maggiori capacità di indebitamento.

Bisognerà senz’altro vedere quale testo sarà licenziato in via definitiva dalle Camere. Ma la via imboccata sembra, dai presupposti analizzati, quella di ampliare, mediante la revisione delle attuali regole, l’accesso delle imprese al mercato dei capitali. Mercato poco frequentato o frequentato in maniera insufficiente dagli imprenditori di casa nostra, da sempre orientati e vincolati al finanziamento bancario. 

Se le norme introdotte daranno i frutti sperati dovrebbe modificarsi anche la platea degli operatori istituzionali.

Tra le altre è anche prevista una norma specifica che estende la qualifica di investitore professionale anche agli enti previdenziali privati e privatizzati, ai quali si applicheranno le stesse regole semplificate previste per banche, assicurazioni, fondi pensione. 

La modernizzazione dei mercati finanziari, delle loro regole e del loro contesto, non può che essere di stimolo alla dinamica delle aziende, alla loro crescita e competitività anche in proiezione internazionale.

Tra i limiti che il tessuto imprenditoriale sconta vi è anche quello di un accesso al credito più difficile e più costoso rispetto ad altri paesi dell’area euro e ancor più rispetto ai paesi di cultura anglosassone. 

Insomma, tutto porta a sperare che le novità normative siano quelle giuste ed efficaci a innescare i cambiamenti che servono per lo sviluppo delle nostre PMI. 

Altri
articoli