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Categoria: Finanza strategica d’impresa

Valutazione di una start-up innovativa: quale metodologia?

La necessità di valutare un’azienda può sorgere per molteplici motivi: dalla trasformazione della forma societaria alla cessione delle quote o del pacchetto azionario, fino ad operazioni di aumento di capitale con ingresso di nuovi soci. 

In particolare, le società in fase di start-up, dopo un periodo di avvio e iniziale crescita, possono manifestare la necessità di attrarre capitali da impiegare in investimenti in strutture produttive, sviluppo di asset immateriali o in capitale circolante.

Valutare una start-up, tanto più se innovativa, presenta diverse problematiche all’esperto, primo tra tutti quello di avere solitamente una ridotta o nulla serie storica alle spalle su cui fare affidamento per validare le proiezioni future. 

Sappiamo che il metodo di valutazione prescelto deve avere una sua coerenza con la natura e le caratteristiche dell’incarico affidato. Per cui, bisognerà tenere conto della finalità della perizia ma anche delle informazioni disponibili. Per potere, quindi, approcciare la stima in maniera analitica, attualizzando i flussi annuali, è necessario disporre di un piano industriale che determini esplicitamente tali dati.

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Il Business Plan Risk Adjusted nei processi di pianificazione strategica       

Se predisporre un business plan, allorché si avvia un’iniziativa imprenditoriale, significa dotarsi di una mappa dettagliata prima di iniziare un avventuroso viaggio, implementarlo tenendo conto di tutti i rischi sistemici ed aziendali e della loro specifica probabilità di avveramento vuol dire tracciare una rotta tra imprevisti e difficoltà di tragitto, modellandone curve e deviazioni. 

Fuor di metafora, è chiaro che qualunque business plan si basa su ipotesi e assunzioni che hanno intrinsecamente una certa possibilità, più o meno elevata, di realizzarsi. Ci si muove, quindi, in un quadro di incertezza dovuta al fatto che diverse voci del piano hanno natura di stima ma soprattutto un certo grado di soggettività e aleatorietà. 

Con il termine “business plan risk adjusted” (BPRA) ci si riferisce ad un piano che incorpora l’analisi, anche probabilistica, dei rischi e delle incertezze insite nel progetto aziendale. Può essere considerato parte del processo di Enterprise Risk Management (ERM) che, a sua volta, si integra con gli altri aspetti decisionali e strategici dell’impresa.

Fondamentalmente il BPRA si basa su un’analisi di tipo qualitativo, che ha ad oggetto il mercato di riferimento e le variabili di cambiamento che esso presenta, e una di tipo quantitativo tesa a determinare la volatilità delle componenti economiche e finanziarie del business plan.

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Valutazione delle quote o azioni in operazioni di M&A: approccio equity side e asset side

Valutazione delle quote o azioni in operazioni di M&A: approccio equity side e asset side       

L’esito della negoziazione, in un’operazione di M&A, è inevitabilmente la determinazione di un prezzo ovvero di un valore delle azioni o quote della società oggetto di cessione. 

Colui che è chiamato a tale valutazione deve porre attenzione alla scelta del metodo in base alle caratteristiche dell’azienda, del settore di appartenenza o di altri fattori endogeni ed esogeni, optando per l’approccio più adeguato. 

La prassi generalmente seguita ha portato a distinguere due approcci differenti, che vengono definiti:

– “equity side”, mediante il quale si ottiene in maniera diretta il valore del capitale netto (c.d. equity value); 

– “asset side”, che porta invece ad un enterprise value, da rettificare, per giungere al valore del capitale netto, tenendo conto del servizio al debito. 

La scelta di uno dei due approcci influenzerà a sua volta la sia le grandezze finanziarie che il tasso di attualizzazione utilizzati nel processo di stima.

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Difficoltà delle Start-up ad attrarre investimenti: cause e rimedi

Difficoltà delle Start-up ad attrarre investimenti: cause e rimedi      

Secondo i dati diffusi, tra gli altri, da Azimut Libera Impresa, LIFT e Club degli investitori, l’ammontare degli investimenti in start-up e PMI innovative, nei primi tre mesi del 2023, è stato di 201 mln di euro, in calo del 5% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno prima, nonostante un numero di round in lieve ascesa, e una flessione del 48% sulla media del biennio precedente. 

I dati sono leggermente migliori del resto d’Europa, dove complessivamente nello stesso periodo si è registrato un calo degli investimenti del 14%.

Il dato nazionale fa comunque sorgere degli interrogativi considerato che, secondo Italian Alliance Tech, le sgr italiane avrebbero ancora a disposizione oltre 1,1 mld di euro da investire, vale a dire oltre il 50% della raccolta degli ultimi anni.

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Emissione di bond senza vincoli per le Srl e le Spa

Emissione di bond senza vincoli per le Srl e le Spa     

Tra gli interventi proposti dal Ddl Liquidità, approvato il mese scorso dal Consiglio dei ministri, rivestono un particolare interesse quelli volti a favorire l’emissione delle obbligazioni da parte delle Spa e, al contempo, la circolazione dei titoli di debito emessi dalle Srl. 

Il Decreto, infatti, punta a rimuovere alcune limitazioni che legano attualmente l’emissione di bond all’ammontare del capitale e delle riserve delle Spa, e ad escludere le garanzie di solvibilità richieste agli investitori professionali interposti. Tutto ciò con l’obiettivo di rendere più accessibile il mercato dei capitali alle PMI e stimolare sul piano finanziario la loro crescita e competitività.

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Ddl capitali: misure a sostegno della competitività dei mercati finanziari

Ddl capitali: misure a sostegno della competitività dei mercati finanziari      

Lo scarso dinamismo del mercato dei capitali, in particolare la limitata attrattività di Piazza Affari per le PMI, ha portato la Borsa Italiana a soffrire di un cronico “nanismo”, accentuato negli ultimi anni da un numero elevato di delisting a fronte di poche quotazioni in numero assoluto, con una perdita di capitalizzazione complessiva ingente, stimata intorno ai 55 miliardi di euro. 
Ha provato a intervenire il Governo con il Disegno di legge avente ad oggetto “interventi a sostegno della competitività dei capitali” (c.d. “Ddl Capitali”), approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 11 aprile. 

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Il mezzanine financing nelle operazioni di Leveraged Buy Out

Il mezzanine financing nelle operazioni di Leveraged Buy Out     

Nell’ampia definizione di mezzanine financing rientrano una serie di strumenti che hanno tutti in comune caratteristiche proprie sia del capitale di debito, comprese la presenza di garanzie reali e una scadenza temporale predefinita, oltre a una remunerazione sotto forma di interessi, sia del capitale di rischio, come la partecipazione agli utili, i diritti amministrativi e quelli di acquistare o vendere una determinata quantità di titoli a un determinato prezzo ed entro una scadenza prestabilita (c.d. warrant call o warrant put).

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Il peso degli intangibili sulla valorizzazione delle aziende

Il peso degli intangibili sulla valorizzazione delle aziende    

In una “società della conoscenza” come quella in cui viviamo oggi, qual è il peso degli asset intangibili nel processo di valorizzazione di un’azienda?
Si può senz’altro supporre che imprese con business model innovativi e in perenne evoluzione scontino dal mercato aspettative di crescita maggiori, a loro volta alimentate dalla complessità insita nella valutazione degli asset intangibili ovvero di quel “capitale invisibile” e non riscontrabile nei prospetti di bilancio di cui le società tecnologiche sono in maggior misura accreditate.

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Riflessi del rialzo dei tassi di interesse

Riflessi del rialzo dei tassi di interesse sulle valutazioni di aziende   

Il 2 febbraio scorso la BCE ha deciso un innalzamento dei tassi di interesse di altri 50 punti base e ha annunciato per il prossimo Consiglio direttivo di marzo un ulteriore rialzo di pari entità, per poi valutare più avanti le proprie decisioni di politica monetaria in base all’evoluzione della situazione macroeconomica e, in particolare, dell’inflazione. 

Sappiamo che l’obiettivo delle banche centrali è quello di mantenere la stabilità dei prezzi intervenendo con strumenti che modifichino la base monetaria o i tassi di interesse, con la finalità ultima di agire indirettamente sui tassi a medio/lungo termine.

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